Frankenstein

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Sconvolto dalla prematura morte della madre, il giovane Frankenstein parte per la Germania e si laurea in fretta. Studia filosofia e anatomia e di notte visita i cimiteri per osservare la decomposizione dei cadaveri. Il suo scopo segreto è la creazione di un essere animato che sia intelligente, ma anche in perfetta salute e in grado di vivere a lungo. Ci riesce, ma l’essere che viene generato, deforme e dotato di una forza incredibile, sfugge al suo controllo per scappare nella notte, pieno di rabbia e di paura.

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Come vi avevo promesso sono tornata con una nuova recensione e anche con un piccolo restyling. Ho terminato Frankenstein di Mary Shelley due giorni fa e non vedevo l’ora di condividere le mie impressioni con voi. Faceva parte di una di quelle letture a scrocco che, insieme ai Manga , ho avuto modo di leggere grazie a mio fratello. 😉

Iniziamo la recensione dicendo che il romanzo mi è piaciuto molto, ma questo l’ho scoperto addentrandomi nella lettura. Devo ammettere, infatti, che dopo aver letto le primissime pagine, dove troviamo le lettere inviate da un personaggio secondario alla sorella, temevo di trovarmi dinanzi a le Ultime Lettere di Jacopo Ortis.02, per lo stile pomposo e monotono in cui queste sono scritte e per la visone romantica che costui ha del suo viaggio.

Tuttavia, dopo aver oltrepassato le prime pompose lettere, ho avuto modo di apprezzare lo stile dell’autrice. Il libro è scritto bene, la scrittura è semplice e davvero molto fluida, adornata, senza per questo risultare appesantita, da numerose citazioni letterarie.

Verso pagina 20 il romanzo si fa più interessante con l’entrata in scena del dottor Frankenstein, il geniale e affascinante personaggio principale che provvederà a raccontarci la sua storia. Questa parte lentamente, si potrebbe pur dire con qualche digressione di troppo, dall’infanzia del protagonista, per poi condurci nel meraviglioso mondo universitario di Vienna, che farà da sfondo alla straordinaria scoperta compiuta da Frankenstein.

Scoperta di cui vedremo il compimento e il risultato nella grottesca creatura creata dal protagonista, ma della quale non ci verrà svelato il segreto sul modo in cui lo scienziato sia riuscito a ricreare la vita. In questo senso ho trovato la scelta della Shelley molto furba: con il pretesto di non voler svelare il segreto affinché gli sprovveduti lettori non cadano anche loro nel vortice di disperazione in cui è stato risucchiato Frankenstein, evita di addentrarsi in terreni impervi, di difficile immaginazione.

Per quanto riguarda la creatura, questa riesce a suscitare nel lettore rabbia per quanto accadrà nella parte restante del romanzo, ma allo stesso tempo compassione. Ho provato pena per questo gigante grottesco profondamente infelice respinto e abbandonato da tutti, persino dal suo creatore, che da essere buono e bisogno di amore e accettazione diviene una belva accecata dalla vendetta a causa delle ingiustizie subite.

La dolorosa condizione di solitudine del mostro, ma anche e soprattutto lo stato di angoscia e tormento in cui cade Frankenstein vengono descritti molto bene, con grande verosimiglianza e accuratezza, tanto da farmi pensare che la Shelley abbia anch’ella patito grandi pene in vita.

Oltre al dolore provato dai personaggi, anche la descrizione dei paesaggi merita una menzione speciale. Che si tratti del lago di Ginevra o delle oscure pendici del Giura, le descrizioni sono sempre suggestive e mozzafiato e la pace che evocano le maestose località di montagna fanno da contraltare alla disperazione del protagonista.

Infine, per quanto riguarda il finale, vi dirò soltanto che avevo le lacrime agli occhi. Senza dubbio Frankenstein è un romanzo che merita di essere letto e che solleva interessanti riflessioni sui limiti che la scienza dovrebbe o non dovrebbe oltrepassare, sui rischi derivanti dal giocare a fare dio e sulle responsabilità che abbiamo nei confronti di coloro che dipendono da noi.

-SPOILER- 

Frankenstein avrebbe dovuto, a mio parere, curarsi maggiormente della felicità e dei bisogni della sua creatura, facendosi carico delle conseguenze delle proprie azioni. Oppure avrebbe dovuto, prima di compiere la sua impresa, riflette a fondo su ciò che la sua creazione avrebbe comportato. Abbandonando il mostro e condannandolo a una vita di sofferenza, risulta tanto vittima quanto carnefice.

La reazione della creatura (scusate le ripetizioni, ma purtroppo non ha nemmeno un nome) alla morte del dottore è stata davvero commovente. Del resto, sebbene avessero ingaggiato una lotta mortale, Frankenstein restava pur sempre il suo creatore e l’unica persona in grado di dare un senso, seppur nell’odio e nella vendetta, alla sua esistenza e che avrebbe potuto accettarla per ciò che era, se solo le cose fossero andate in maniera differente. 

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«Quale speranza posso nutrire verso il mio prossimo che non mi deve niente, se anche tu, il mio creatore, mi detesti?»

 

12 pensieri su “Frankenstein

  1. Melisandre ha detto:

    L’ha ribloggato su Bookish girl Kingdome ha commentato:

    Buongiorno, Booklovers! Finalmente Halloween è arrivato! Lo so, lo so, vi ho rotto parecchio le scatole con tag e articoli a tema, ma non temete, questo è l’ultimo post dell’anno riguardante Halloween! Per l’occasione ho pensato di riproporvi la mia recensione di un libro che si confa perfettamente alla giornata di oggi, ovvero Frankenstein di Mary Shelley.

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  2. aquilonedipensieri ha detto:

    Bella recensione, piacevole da leggere! Non so se conosci il legame da Frankenstein e il mito di Prometeo (non a caso il titolo originale dell’opera è: “Frankenstein or the modem Prometheus”) ma penso lo troveresti interessante! Offre una chiave di lettura davvero illuminante.

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      • aquilonedipensieri ha detto:

        Prometeo sfidò gli dei e per questo fu punito, in parole povere. Qui lo si ritrova perché il dottor Frankenstein difetto sfida i limiti umani, sfida Dio stesso pretendendo di creare la vita da sé. E la punizione che gli viene inflitta è quella di essere ucciso dalla sua stessa creatura.
        È la “solita” lotta tra divino e scienza.

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      • Melisandre ha detto:

        Grazie per il riassunto! Sì, questo mi era rimasto dai lunghi anni al classico, però in effetti, avendo letto Frankenstein, mi piacerebbe approfondire e conoscerlo più nel dettaglio. Quindi magari dopo lo cerco con calma. 🙂

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