TRAMA
Miles Halter è affascinato dalle ultime parole di personaggi famosi ed è stanco della sua vita a casa. Parte quindi per il collegio in cerca del suo “Grande Forse”, come ebbe a dire il poeta François Rabelais in punto di morte. Alla scuola di Culver Creek lo aspetta, tra gli altri, Alaska Young. Intelligente, spiritosa, svitata e molto sexy, trascinerà Miles nel labirinto della sua complicata esistenza, catapultandolo nel mondo dei Grande Forse.
RECENSIONE
Cercando Alaska, il romanzo di esordio per giovani adulti di John Green, è stato senza dubbio un lettura leggera e rinfrescante. Lo stile di scrittura, scorrevole, giovanile e fresco fa sì che il libro possa essere letto nel giro di poco tempo. Ritroviamo molti termini appartenenti allo slang americano e, sebbene questo elemento possa risultare fastidioso per alcuni lettori, io l’ho trovato azzeccato, perché in tal modo lo scrittore è riuscito a riprodurre la parlata naturale degli adolescenti statunitensi. Inoltre, se letto in lingua, può risultare un utile strumento per apprendere tutti quei termini ed espressioni che generalmente non vengono insegnati a scuola. Un altro elemento inserito per imitare il modo di esprimersi dei giovani sono brevi liste numerate: anche in questo caso non ne sono stata infastidita, bensì ho trovato tale artificio letterario appropriato per il contesto.
La narrazione, in prima persona, risulta divisa in due parti: prima e dopo un evento traumatico che segna e cambia per sempre l’esistenza del protagonista. Ho apprezzato la presenza di una pagina bianca tra le due parti, quasi a voler sottolineare in maniera visiva quanto la vita, dopo il suddetto avvenimento, non potesse più essere la stessa.
Sebbene lo stile possa considerarsi leggero e di registro ben poco formale, i temi trattati sono tutt’altro che banali e superficiali. Per niente sdolcinato (ed era qualcosa che temevo pensando al famoso Colpa delle stelle), ci troviamo dinanzi a un romanzo cha affronta argomenti importanti come la crescita, la sofferenza e l’accettazione ed elaborazione del lutto, nonché l’ipotesi della vita dopo la morte. Ciò che ho amato di più di Cercando Alaska sono state, infatti, la profondità delle riflessioni e la poesia di cui sono ammantati molti dei passaggi del libro. Se c’è qualcosa che Green è in grado di fare molto bene è creare delicate e profonde frasi ad effetto.
A tutto questo bisogna aggiungere numerose citazioni letterarie, riflessioni sulle diverse religioni e le ultime parole di molti personaggi illustri, che ci vengono proposte siccome la peculiarità del protagonista, Miles, è proprio quella di divorare biografie e memorizzare le parole proferite in punto di morte.
Miles, un ragazzo che prima di iscriversi alla Culver Creek non aveva mai vissuto del tutto, riesce a scrollarsi dal torpore di cui era prigioniero, divenendo più reattivo e compiendo un percorso di maturazione, grazie ad Alaska Young, il vero perno del romanzo. Estremamente intelligente, sexy, amante dei libri ed enigmatica tanto da venir spesso paragonata alla Gioconda. Ho adorato lei e la grande intelligenza che Green è riuscito a conferire al suo personaggio. Alaska è imperfetta, tormentata, ma proprio per questo risulta così vera e riesce fin da subito ad entrare nel cuore del lettore. Inoltre l’interrogativo che la ragazza pone al protagonista è qualcosa su cui, tutti noi, dovremmo riflettere.
Insomma, una lettura toccante, delicata e leggera nello stile, ma non nei temi e soprattutto molto poetica. Come mai solo quattro stelle? Perché mi aspettavo qualcosina di più dal finale. Ho trovato il repentino mutamento di idee del protagonista un po’ troppo forzato e non ho condiviso le sue riflessioni finali. Inoltre avevo compreso il mistero legato al tragico incidente molto prima dei personaggi del libro.
VOTO
Hai fatto una bellissima recensione Fra! Come ti dicevo a me lo stile di Green non fa impazzire, xo anche io ho trovato che nei suoi romanzi tocchi sempre temi molto profondi e importanti che denotano senza dubbio la profonda intelligenza e sensibilità dell’autore. Come sai questo non l’ho ancora letto, ma avendolo in libreria sicuramente lo leggerò anche per curiosità=). Da quello che hai scritto il personaggio di Alaska mi sembra molto simile a quello di Margo di Città di carta, che per altro a me è piaciuto molto di più rispetto a colpa delle stelle proprio xke meno sdolcinato e con un velo di mistery che mi pare sia presente anche qui. Comunque ancora complimenti per la recensione davvero bella come sempre =).
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Grazie mille, Marti, sei un tesoro! ❤ Sì, vedrai che questo non ti dispiacerà. Per fortuna non era per niente sdolcinato, altrimenti non mi sarebbe piaciuto, lo sai bene!
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Ho letto Colpa delle Stelle e mi era piaciuto. Cercando Alaska è in attesa di essere letto… Prima o poi lo farò. 🙂
Mi piacciono i libri introspettivi e da quello che scrivi Cercando Alaska sembra che lo sia… mi hai dato un incentivo! Grazie!
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Prego! 🙂 Sì, senza dubbio è una lettura molto profonda e introspettiva! 🙂 Poi quando l’avrai letto potremo confrontare i nostri pareri. 🙂
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Uno dei miei preferiti di Green ❤
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